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Phantom Fury, la recensione di un boomer shooter ambizioso, ma pieno di problemi

La recensione di Phantom Fury, uno sparatutto in prima persona vecchio stile tanto ambizioso quanto sporco e pieno di problemi.

Phantom Fury, la recensione di un boomer shooter ambizioso, ma pieno di problemi
RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   25/04/2024

Appena uscita dal coma, Shelly "Bombshell" Harrison si rende conto di essere di nuovo nei guai fino al collo. La sua lotta vittoriosa contro Jadus Heskel in Ion Fury non ha segnato la fine dei suoi perigli. Purtroppo la nostra non ha nemmeno il tempo di far tornare tutti i suoi neuroni in attività che deve riprendere in mano la pistola e darsi di nuovo alla strage, per difendere il Demon Core, un pericolosissimo manufatto dai poteri eccezionali che se finisse nelle mani sbagliate potrebbe segnare la fine del genere umano. Fortunatamente questa volta ha dalla sua un braccio bionico che le consente di distruggere un po' tutto e un arsenale nuovo di pacca con cui darsi alla pazza gioia (il revolver Loverboy, la sua arma preferita c'è, non vi preoccupate). Basteranno per salvarla dal suo passato? Scopritelo nella recensione di Phantom Fury, la sua nuova avventura.

Inception

Phantom Fury è uno sparatutto classico
Phantom Fury è uno sparatutto classico

I boomer shooter si sono ritagliati una loro ampia fetta di mercato negli ultimi anni, trovando centinaia di migliaia di appassionati desiderosi di rivivere il genere degli sparatutto in prima persona secondo le modalità originali dello stesso. Pensate ai vari REKKR, Warhammer 40.000: Boltgun, DUSK, Ultrakill, Amid Evil e tanti altri ancora per avere un'idea di ciò di cui stiamo parlando. Firma ne è l'adozione di alcune forme ormai desuete negli sparatutto contemporanei, come la morfologia astratta e labirintica dei livelli, il gameplay non guidato basato sull'abilità del giocatore e l'altissima velocità dell'azione. A corollario del tutto c'è l'adozione programmatica di tecnologie software del passato, riprese effettivamente o semplicemente imitate con i motori grafici moderni.

Uno dei rappresentanti più nobili di questa stirpe di sparatutto vecchi e nuovi allo stesso tempo, fondata essenzialmente sulla nostalgia di qualcosa che non esiste più nel mercato mainstream, è sicuramente il già citato Ion Fury di Voidpoint che, sviluppato usando il motore di Duke Nukem 3D, il celebre "build", è riuscito a raccoglierne l'eredità spirituale, trovando enormi consensi nella comunità.

Del resto la protagonista, Shelly "Bombshell" Harrison, è un personaggio che nasce proprio all'interno della serie del Duca, pur non essendo mai apparsa in un suo videogioco ufficiale: doveva far parte del cast di Duke Nukem Forever, quello di 3D Realms, ma fu rimossa nella versione finale, nel frattempo finita in mano a Gearbox. A sorpresa, qualche anno dopo ottenne il ruolo da protagonista in un gioco tutto suo (qualcuno in 3D Realms non l'ha mai dimenticata), il mediocre action Bombshell, per poi tornare al genere che gli era più proprio con Ion Fury, di cui Phantom Fury è il seguito ufficiale, pur essendo stato sviluppato da un altro team, gli specialisti di Slipgate Ironworks, autori proprio di Bombshell. Capiamo la confusione, ma se volete possiamo anche peggiorarla. L'inizio di Phantom Fury, infatti, sembra essere Duke Nukem Forever. Non quello sviluppato da Gearbox, ma quello originale di 3D Realms: alcuni dei livelli sembrano concettualmente ricalcati, tra basi da cui scappare, miniere abbandonate e locali pieni di oggetti con cui interagire. Certo, poi il gioco progredisce in modo completamente diverso, citando anche altre serie come quella Sin, ma i riferimenti sono molti e davvero evidenti.

Davvero le fasi stealth?

Phantom Fury funziona quando fa lo sparatutto
Phantom Fury funziona quando fa lo sparatutto

E non finiscono qui, perché il problema principale di Phantom Fury è che funziona a metà, proprio come Duke Nukem Forever, ossia funziona quando mima la pura essenza di uno sparatutto in prima persona. Quando è brutale e senza compromessi. Quando affolla lo schermo di nemici da abbattere a colpi di fucile a pompa o di mitragliatore, dando al giocatore momenti di pura euforia, tra soldati che esplodono in nuvole di sangue, teste che scoppiano, cadaveri che saltano in aria e quant'altro. Purtroppo, ogni volta che prova a fingersi qualcosa di diverso finisce per pagarla amaramente, tra fasi stealth semplicemente senza senso e i nemici stessi che rendono bene solo quando attaccano in massa e si prestano a fare da carne da macello. Ma prendiamo proprio una delle prime fasi stealth: stiamo attaccando una base militare e ci viene detto che non dobbiamo farci illuminare da dei fari per non far scattare l'allarme.

In Phantom Fury ci sono anche dei piccoli puzzle da risolvere
In Phantom Fury ci sono anche dei piccoli puzzle da risolvere

Ora, passi che fino a qualche secondo prima abbiamo sparato all'impazzata, lanciando anche delle bombe, senza che nella base si siano accorti di nulla, ma riuscire a superare la sezione senza farsi vedere è un vero e proprio strazio, vuoi perché le luci dei fari si confondono con la mappa e non è mai chiaro quando si viene illuminati e quando no, vuoi perché a volte siamo stati individuati anche se pensavamo di essere perfettamente celati, vuoi perché il sistema stealth in sé è appena abbozzato e non viene supportato in alcun modo dall'interfaccia utente, alla fine, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, colti da indicibile frustrazione abbiamo abdicato e, abbandonata ogni remora, ci siamo convinti che era meglio affrontare i rinforzi che straziarci lo spirito nel tentativo di fare quello che ci chiedeva il gioco. Il risultato? Nessuna penalizzazione effettiva, a parte qualche testa da far saltare in più... a che pro farci soffrire? Del resto l'intelligenza artificiale dei nemici non è proprio brillante.

I nemici hanno degli schemi d'attacco basilari
I nemici hanno degli schemi d'attacco basilari

In parte è normale che sia così, visto che a volte bisogna affrontarne decine contemporaneamente, ma per le creature più grosse si potevano elaborare degli schemi d'attacco un po' più dinamici, per così dire, e magari si potevano evitare umani che appaiono completamente imbambolati o mech colossali che rimangono incastrati negli oggetti del terreno (non capita spesso, ma capita). Ripetiamo: può starci visto che non è il singolo nemico a fare la differenza, ma alcune limature sarebbero state comunque gradite e si notano soprattutto perché è l'intero gioco ad apparire come poco pulito. Ne riparleremo.

Uno sparatutto solido

Phantom Fury funziona quando fa lo sparatutto puro
Phantom Fury funziona quando fa lo sparatutto puro

Al netto di questi problemi, purtroppo non secondari, Phantom Fury è uno sparatutto in prima persona classico che s'impegna moltissimo per non deludere le aspettative, con scelte di design che guardano quasi tutte verso il passato. Ad esempio ci vengono dati degli obiettivi senza che ci venga detto dove andare e cosa fare. Serve una data chiave per aprire una certa porta? Allora per trovarla bisogna mettersi a perlustrare la mappa di turno palmo a palmo (tranquilli, non sono grandissime). C'è bisogno di un codice numerico per chiamare un attacco missilistico o sbloccare un passaggio? Via a cercare il terminale che lo contiene per poi inserirlo manualmente dove richiesto. Vi sarete resi conto che non c'è niente di complicatissimo, anche se su qualche puzzle si può passare diverso tempo. Oltretutto il senso di smarrimento programmato viene favorito dal design stesso dei livelli, che chiede un certo spirito di osservazione per avanzare e che di suo premia l'esplorazione, facendo trovare oggetti preziosi, come le unità che servono per potenziare armi e abilità, nei luoghi più impensabili. L'idea è quella di replicare i capisaldi del genere, quindi la strada bisogna trovarsela da soli anche a costo di stare più di qualche minuto a guardarsi intorno e tentare le soluzioni più assurde. Se l'idea non piace... evidentemente non piacciono i boomer shooter.

Varietà e pulizia

Le fasi accessorie sono un po' uno strazio
Le fasi accessorie sono un po' uno strazio

In termini di varietà Phantom Fury si comporta molto bene, ma a volte si vorrebbe che non lo facesse. Delle fasi stealth abbiamo già parlato, ma ci sono anche delle mediocri sezioni a bordo di veicoli, come jeep o elicotteri, che non aggiungono nulla all'esperienza se non un po' di frustrazione e di comicità involontaria (avete mai visto un elicottero che rimbalza su delle pareti rocciose come una palla da flipper?) L'opinione che ci siamo fatti è che Slipgate Ironworks abbia provato a fare una specie di super boomer shooter, mettendoci dentro quanta più roba possibile, senza avere però le risorse necessarie per curare tutto. Questa scelta, meramente quantitativa, va in parte a macchiare anche il buono che effettivamente c'è. Come detto, sparare è divertente, il che è un pregio non da poco per un FPS. Le armi sono molte e danno soddisfazione, con alcuni dei potenziamenti acquistabili che sono davvero spettacolari.

Nemici tosti ne abbiamo?
Nemici tosti ne abbiamo?

I nemici muoiono in modo abbastanza cruento, ci sono alcuni momenti che regalano adrenalina pura e, in generale, l'idea di essere una Duke Nukem al femminile capace di ammazzare decine di persone facendo battute salaci, per poi bersi una birra in santa pace e ruttare sonoramente è resa molto bene, anche grazie a un arsenale davvero completo e al modo gustoso in cui si utilizza il braccio bionico. Anche visivamente Phantom Fury è stato realizzato con grande cura, tra texture sgranate, modelli 3D spigolosi e un'attenzione generale per l'interattività degli oggetti dello scenario davvero elevata, tra bibite da bere, coin op e flipper con cui giocare e televisori da far scoppiare. Purtroppo non è pulitissimo, visto che si incontrano bug abbastanza gravi con una certa frequenza. In particolare abbiamo patito un problema relativo alla fisica di alcuni oggetti che, quando calpestati, sbalzano via Shelly facendola finire nei posti più assurdi. Sono oggetti comuni, come pedane o secchi, cui non si fa nemmeno caso ma che a volte si sono rivelati più letali dei nemici.

I veicoli sarebbe meglio lasciarli a terra
I veicoli sarebbe meglio lasciarli a terra

Un altro bug davvero fastidioso che abbiamo incontrato ci ha letteralmente bloccati per interi minuti: semplicemente non è apparsa una voce su di un terminale che serviva per far scendere una scala. Illuminati dall'esperienza abbiamo ricaricato un salvataggio precedente e siamo riusciti a passare, ma abbiamo comunque penato un po' andando alla ricerca di qualche passaggio segreto o di oggetti che non avevamo considerato. Facendo delle ricerche abbiamo scoperto che non siamo i soli ad aver riscontrato problemi simili. La speranza è che il tutto venga sistemato a suon di patch, ma conoscendo i precedenti di Slipgate non è scontato che ciò avvenga.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (13)
8.2
Il tuo voto

Phantom Fury non è un gioco brutto, ma è semplicemente dimenticabile. Pretende di essere un boomer shooter di lusso, ma fallisce proprio nel confronto con altri titoli del genere, che appaiono complessivamente più riusciti, compreso il suo stesso predecessore, Ion Fury, che gli è superiore in ogni aspetto. Forse sarebbe stato meglio concentrarsi maggiormente sugli elementi principali dell'esperienza, ossia sullo sparare e sull'esplorare, evitando tutte quelle deviazioni che lo fanno apparire come un tentativo goffo di diventare qualcosa che nei fatti non è. C'è davvero di meglio in giro.

PRO

  • Nei momenti in cui si spara davvero, regala adrenalina pura
  • Tanti livelli labirintici differenti per un bel viaggio
  • Le armi sono fatte molto bene

CONTRO

  • Le fasi accessorie, come quelle stealth o quelle a bordo dei veicoli, potevano essere evitate
  • Problemi di intelligenza artificiale