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Nintendo, la regina dell’industria?

Con Microsoft e Sony in apparente difficoltà, l'industria si affida a Nintendo per la sua stabilità: una situazione inaspettata?

RUBRICA di Alessandro Bacchetta   —   20/02/2024
Nintendo, la regina dell’industria?

C'è stato un tempo in cui Nintendo significava videogioco. Parliamo di metà anni '80, dell'era NES e Game Boy: all'epoca, le vendite dell'azienda giapponese erano quasi coincidenti con quelle dell'industria stessa, dopo il famoso terremoto che abbatté Atari. La seconda e la terza generazione vengono narrate numericamente in diretta sequenza, esattamente come le altre, ma tra loro esiste un abisso che ha rischiato di ghigliottinare sul nascere il mercato dei videogiochi. Nintendo salvò un'industria morente, prendendone il controllo; ma da quei tempi, ormai risalenti a quarant'anni fa, sono cambiate molte cose. Il rapporto tra la società di Kyoto e l'industria è mutato decennio dopo decennio, e lo ripercorreremo brevemente in questo articolo.

Nintendo Switch: è in corsa per diventare la console più venduta di sempre
Nintendo Switch: è in corsa per diventare la console più venduta di sempre

Prima di addentrarci nel passato, però, è necessario comprendere la situazione attuale. Degli analisti hanno addirittura definito "devastante" la possibilità che Nintendo Switch 2, chiamiamola così per comodità, possa essere rimandata al 2025. E questo non è un buon segnale. Esattamente come ai tempi del NES, Nintendo al momento possiede la console più venduta sul mercato: a differenza degli anni '80 tuttavia occupa una posizione percentualmente meno rilevante, e soprattutto rappresenta una sorta di dimensione parallela rispetto alle altre piattaforme. Sia a livello tecnologico, sia a livello di giochi: le grosse produzioni occidentali raramente arrivano su console Nintendo. In sostanza, se l'industria ha bisogno di Nintendo, significa che l'industria è andata dalla parte sbagliata.

Game Pass: tanto caro agli utenti quando dubbio come sostenibilità
Game Pass: tanto caro agli utenti quando dubbio come sostenibilità

Sony e Microsoft non sono mai apparse così deboli come adesso, tantomeno in contemporanea. La prima ha iniziato a parlare di PlayStation 6, quando l'attuale console è stata lanciata da relativamente pochi anni, e soprattutto non si è costruita una chiara identità ludica, visto e considerato che la maggior parte delle grandi produzioni sono uscite anche per la generazione passata. Nonostante le buone vendite, Sony ha dei problemi a generare profitto: il timore, supponiamo, è cosa potrebbe accadere se le vendite dovessero calare. In breve: se stai con la testa appena fuori dall'acqua quando le cose vanno bene, figuriamoci se il tutto dovesse prendere una brutta piega. La divisione gaming di Microsoft sembra ancora più fragile, tra voci su possibili piattaforme portatili, nuova generazione, e presunta svolta multipiattaforma: il tutto con Game Pass sullo sfondo, tanto comodo per i giocatori, quanto difficilmente sostenibile per il mercato.

Per anni vari esperti hanno ventilato la possibilità che Nintendo potesse abbandonare il mercato console; per anni gli utenti si sono lamentati dei prezzi alti dei suoi giochi. Tutte opinioni che adesso, mentre il resto dell'industria appare traballante, appaiono meno sensate che mai.

La regina abbandona la scacchiera: da SNES a GameCube

SNES: l'ultima console Nintendo a dominare sia mercato che industria
SNES: l'ultima console Nintendo a dominare sia mercato che industria

Nintendo ha continuato a guidare il mercato, e con esso l'industria, fino alla fine dell'era SNES, a metà anni '90. Dire che abbia guidato entrambi non è scontato: quasi tutte le grosse produzioni dell'epoca, ad eccezione ovviamente delle superbe esclusive SEGA, arrivavano, o venivano sviluppate, su console Nintendo. Da lì a poco sarebbe cambiato tutto. Il tema è complesso ed esistono saggi che lo approfondiscono; volendo sintetizzarlo brutalmente si potrebbe dire che Sony portò una modernità, una visione del mercato e del proprio pubblico ideale, nonché delle condizioni favorevoli per le terze parti, che Nintendo non era minimamente pronta ad affrontare. Tra l'anacronistico uso delle cartucce, tra i costi di sviluppo e le maniere da tiranno di Yamauchi nei confronti dei collaboratori, giapponesi e non, Nintendo si ritrovò ad affrontare l'ingresso nel mondo tridimensionale quasi da sola. Nintendo 64 ospitò molti capolavori, alcuni - lo sapete benissimo - epocali, ha plasmato il videogioco come pochissime altre piattaforme: eppure, al termine di quella generazione, Sony aveva totalmente scalzato Nintendo dal trono dell'industria. E se Nintendo 64, a parte le produzioni interne, aveva trovato un lido sereno tra gli sparatutto e (conseguentemente) nel mercato statunitense, sarebbe presto arrivata un'altra rivale che avrebbe minacciato prima, e conquistato poi, pure quel territorio: Microsoft con Xbox.

Nintendo 64: la prima console Nintendo a perdere la console war
Nintendo 64: la prima console Nintendo a perdere la console war

GameCube è stata la prima console gestita da Satoru Iwata, pur progettata negli ultimi anni della presidenza Yamauchi. Tentò si ricreare una situazione simile a quella SNES: vennero recuperati i rapporti con molte terze parti, vennero impostate delle campagne marketing maggiormente aggressive, ma nonostante gli sforzi, e nonostante molti titoli fossero arrivati anche su console Nintendo, la posizione Sony al vertice dell'industria rimase immutata. Anzi, si rafforzò. Perfino l'esordiente Xbox superò le vendite di GameCube, e con Xbox360 si preparava a sferrare un serio attacco al dominio Sony, soprattutto attraverso una coraggiosa gestione del gioco online. Nintendo si ritrovò al terzo posto del mercato console, con la storica rivale SEGA ormai divenuta software house e producer, e con una Sony pronta ad attaccare anche una parte del mercato che, fino a quel momento, era rimasta saldamente nelle mani Nintendo: quella portatile. PSP era in arrivo, PlayStation sembrava ormai intoccabile. Era tempo di cambiare.

Da Wii a Wii U

Nintendo Wii: insieme a DS ha raggiunto dei numeri irripetibili
Nintendo Wii: insieme a DS ha raggiunto dei numeri irripetibili

La distinzione che abbiamo fatto in precedenza tra mercato e industria non è mai stata così evidente come in era Wii e DS. Nintendo dominò la generazione a livello di vendite, sia nel mercato home che in quello portatile, creando una dimensione parallela rispetto all'andamento generale dei grandi producer: nessuno dei capolavori che hanno segnato quella generazione è arrivato su console Nintendo, se non - ovviamente - quelli sviluppati direttamente su Wii e DS. La visione di Iwata fu lungimirante e, visti i tempi attuali, quasi profetica: se l'industria avesse continuato a produrre soltanto console più potenti, non variando l'offerta, non rivolgendosi alla platea di potenziali giocatori, piuttosto che a quella dei giocatori già esistenti, avrebbe imboccato un vicolo cieco. Sia DS che Wii arrivarono sul mercato con doti tecnologiche inferiori a PSP e PlayStation 3, eppure riuscirono a imporsi con numeri sostanzialmente irraggiungibili: durante quella generazione, Nintendo vendette 250 milioni di console. Ma il distacco col cuore dell'industria era ormai enorme: Iwata aveva riportato l'azienda sul trono del commercio, ma percorrendo una via alternativa, totalmente diversa da quella che aveva esaltato NES e SNES.

Non sapremo mai cosa sarebbe stato di Nintendo senza l'arrivo del mercato mobile. Wii e DS, attraverso i loro sistemi di controllo anomali, sono stati in grado di ammaliare milioni di giocatori, e di non giocatori, in tutto il mondo; non è nemmeno sottovalutabile il DS come anticipatore del mobile gaming. Supportava la connessione Wi-Fi quando non era affatto scontato (nel 2004), aveva un pannello touch screen e dei titoli che sono stati prodromici, per molti aspetti, di ciò che troviamo su App Store e Google Play, sia per modalità d'interazione che per tipo di pubblico, che poi in fondo sono aspetti fortemente interconnessi. Sarebbe stato difficile in qualsiasi circostanza trasportare l'utenza "occasionale" da una piattaforma all'altra nel giro di una generazione: si tratta di un mercato totalmente diverso da quello tradizionale. Sarebbe stato difficile anche senza che gli smartphone invadessero le nostre tasche e le nostre menti: a quel punto era sostanzialmente impossibile. E infatti, pur non essendo l'unico motivo, la transizione da DS a 3DS è stata difficilissima; quella da Wii a Wii U semplicemente disastrosa.

The Legend of Zelda: Breath of the Wild: nato e cresciuto su Wii U
The Legend of Zelda: Breath of the Wild: nato e cresciuto su Wii U

Quella generazione fu comunque di fondamentale importanza. Perché Iwata riuscì a gestire una situazione difficilissima con estrema eleganza, senza licenziare nessuno, e limitando le perdite: non ha abbandonato una console debole, evidentemente debole dopo meno di due anni, come Wii U, sulla quale è anche uscito The Legend of Zelda: Breath of the Wild, posto da Edge nel 2023 in vetta alla lista dei migliori giochi della storia, e votato dalla maggior parte delle riviste internazionali miglior titolo dello scorso decennio. Tutti lo associano a Nintendo Switch, ma è nato e cresciuto su Wii U, e questo non andrebbe dimenticato. Inoltre, in quegli anni difficili, Nintendo è stata totalmente ristrutturata, molte divisioni interne sono state fuse, è nato ed è stato definito il progetto NX, quello che sarebbe divenuto Nintendo Switch.

Switch, tra i maggiori successi di sempre

Nintendo Switch: ha unito tutte le anime Nintendo in una sola piattaforma
Nintendo Switch: ha unito tutte le anime Nintendo in una sola piattaforma

E siamo arrivati ai tempi recenti. Switch è stato un grande successo, ed è stato un grande successo sia perché è una console ibrida, fissa e portatile, sia - soprattutto - perché raccoglie tutte le più importanti serie Nintendo su un'unica piattaforma, senza dividerle su due console, impostazione che ormai creava troppi tempi morti tra una pubblicazione e l'altra. Con Switch Nintendo si è rivolta principalmente ai giocatori tradizionali, a differenza che con Wii, ma non ha certamente abbandonato il multiplayer per famiglie, oltre che i titoli per utenti occasionali. È una summa di tutto ciò che Nintendo è stata in passato: non è così distante dall'anima dell'industria com'era Wii, ma non ne è al centro, nonostante sia la piattaforma più venduta, com'era SNES. Era una generazione indietro alle altre console al momento dell'uscita, è due generazioni indietro da ormai diversi anni. Mario Kart 8 Deluxe viene venduto ancora a prezzo pieno a sette anni dal lancio, e viene acquistato ancora da milioni di utenti. Switch e il suo software generano enormi guadagni, e potrebbe diventare la console più venduta della storia (male che vada chiuderà al terzo posto). Nintendo è la compagnia più ricca dell'intero Giappone.

I passaggi generazionali sono spesso stati drammatici per l'azienda kyotese. Avendo ormai un'unica piattaforma, sono coscienti di non poter sbagliare: recentemente sono emerse delle voci secondo le quali l'uscita di Switch 2 sarebbe stata spostata da fine 2024 a inizio 2025. Il motivo, fosse vero, sarebbe palese: Nintendo ha capito benissimo, da Wii U in poi, che non può contare sul resto dell'industria per avere successo. Deve contare sulle proprie forze e sulle proprie esclusive: se quelle andranno bene, gli altri arriveranno. Per cui, Switch 2 verrà lanciato soltanto quando Nintendo sarà sicura di avere una serie di pubblicazioni di alto livello nel primo anno di vita.

Nintendo Switch 2: il prossimo Mario Kart sarà pronto per il lancio?
Nintendo Switch 2: il prossimo Mario Kart sarà pronto per il lancio?

Il fatto che il resto dell'industria abbia bisogno di Nintendo per simulare il proprio benessere, è un problema per l'industria, non per Nintendo stessa: contemporaneamente, sono dimensioni ormai talmente diverse (su Wii opposte, su Switch forse parallele) che, anche volendo, sarebbe ormai tardi per applicare un "modello Nintendo" alle altre aziende. Sembra si stia avverando ciò che aveva vaticinato Iwata, ovvero che il "Red Ocean" si stia richiudendo su sé stesso. Ma Nintendo non è un nuovo mare sul quale buttarsi: Nintendo sembra ormai il Nautilus che naviga in disparte, sopra e sotto quell'oceano. Vedremo se qualcuno tenterà di salire a bordo, nei prossimi anni, e se Furukawa deciderà di accoglierlo.