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Castlevania: Dawn of Sorrow

Una delle serie più longeve ed apprezzate della storia fa il suo debutto sulla console a due schermi di Nintendo. Un matrimonio riuscito?

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   14/10/2005
Castlevania: Dawn of Sorrow
Castlevania: Dawn of Sorrow
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Il bello dei due schermi

Per quanto riguarda invece le caratteristiche peculiari del DS, ovvero doppio schermo e sensibilità al tocco, Dawn of Sorrow offre un risultato finale piuttosto altalenante. Del tutto promossa è infatti l’idea di affidare al display superiore la visualizzazione di statistiche e status del personaggio oppure, molto più importante, della mappa del castello aggiornata ovviamente in tempo reale. Questa novità permette quindi di cancellare uno dei passaggi più noiosi della serie Konami, ovvero la frequente interruzione del gioco al fine di visualizzare tramite menù i progressi e la propria posizione dentro al maniero. Non altrettanto esaltante è risultato invece l’utilizzo del touch screen; la pubblicizzata possibilità di distruggere dei blocchi di ghiaccio per crearsi dei passaggi è in realtà presente solo in una limitata frazione del gioco, rendendola quindi del tutto accessoria. Anche la necessità di disegnare dei simboli magici per rinchiudere definitivamente i boss sembra una forzatura più che un reale arricchimento del gameplay, se non addirittura una pratica noiosa dal momento che richiede uno sforzo mnemonico unito all’estrazione dell’altrimenti inutilizzato pennino. Il collegamento wireless è invece ben sfruttato, permettendo lo scambio di anime tra vari giocatori, nonchè la possibilità di sfidarsi in multiplayer grazie ad una modalità non indimenticabile ma tutto sommato apprezzabile. Eccellente la longevità, che accanto ad una avventura dalla durata corposa con finali multipli affianca alcuni extra di sicuro interesse, capaci di giustificare un secondo passaggio all’interno del castello. Un ultimo appunto alle scene di intermezzo, dal sapore banale e lontane dalla personalità che aveva caratterizzato quelle di Aria of Sorrow. Ma d’altra parte non si può avere tutto...

Castlevania: Dawn of Sorrow
Castlevania: Dawn of Sorrow
Castlevania: Dawn of Sorrow

Sapevamo che non sarebbe stato necessario attendere molto. Ed infatti eccolo qua. Dopo la splendida trilogia di episodi per GBA, Castlevania fa finalmente il suo esordio anche su Nintendo DS, ovviamente col suo bel sottotitolo come da tradizione. Stavolta si tratta di Dawn of Sorrow, e il protagonista –dopo Aria of Sorrow- è ancora Soma Cruz; la trama che fa da incipit alle vicende narrate ha luogo proprio poco dopo la conclusione dell’ultimo capitolo per GBA, e vede come minaccia principale quella di un misterioso culto deciso a risvegliare ad ogni costo il principe delle tenebre, Dracula. Il pattern è quindi piuttosto tradizionale, così come lo è in larga parte lo svolgimento della storia e i dialoghi. Ma Castlevania non deve di certo la sua fama alla complessità della narrazione, quanto piuttosto alla bontà della meccanica di gioco. E su questo, fortunatamente, Dawn of Sorrow non si smentisce.

Castlevania: Dawn of Sorrow
Castlevania: Dawn of Sorrow
Castlevania: Dawn of Sorrow

Tradizionale evoluzione

Sicuramente i programmatori di Konami non hanno voluto realizzare un episodio rivoluzionario; ma di questo, considerati i tutt’altro che indimenticabili tentativi in 3 dimensioni in cui si è cimentata la serie, è da considerarsi un pregio. Questo sta a significare principalmente che chiunque abbia avuto il piacere di giocare con gli episodi per GBA, non faticherà assolutamente ad entrare da subito nei meccanismi di questo ultimo capitolo per DS. Nondimeno, Dawn of Sorrow va considerato come un diretto discendente di Aria of Sorrow non solo per i legami di trama e personaggi, ma soprattutto per le uguaglianze a livello di sistema di gioco. Anche in questo caso uno degli elementi fondamentali è da ricercarsi infatti nelle anime, che i nemici sconfitti rilasciano in maniera casuale e che permettono a Soma di guadagnare nuove abilità, tanto offensive quanto puramente “atletiche”, per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. Le anime possono inoltre essere fuse con le armi, per guadagnare ulteriore e utilissimo potenziale offensivo. Per rendere le cose più semplici, i programmatori hanno inoltre deciso di mettere a disposizione del giocatore due set di equipaggiamenti diversi, intercambiabili in qualsiasi momento tramite la pressione di un tasto senza alcuna interruzione nel gameplay. Malgrado questi elementi vagamente rpg, Castlevania resta una avventura dai larghi tratti action/platform. Il succo del gioco va ricercato infatti nella esplorazione del castello unita all’uccisione dei nemici che si metteranno tra Soma e l’obiettivo finale. Proprio i nemici rappresentano una delle migliori caratteristiche della produzione Konami, grazie ad un design e una varietà davvero ottimi. Zombie, arpie, streghe, diavoletti, animali di ogni genere, piante carnivore sono solo una frazione delle creature che i programmatori hanno inserito in Dawn of Sorrow. Se la meccanica è quindi rimasta pressochè invariata rispetto all’ultimo episodio per GBA, non altrettanto si può dire per l’aspetto tecnico. Pur assolutamente in linea con la direzione artistica che ha contraddistinto il franchise Konami nelle recenti uscite, i grafici nipponici hanno messo a frutto le maggiori potenzialità del DS migliorando praticamente ogni aspetto. Ovviamente il 2d la fa da padrone, con sprite grandi e dettagliati, animazioni arricchite e fondali sempre evocativi e d’atmosfera. Eccellente anche l’impianto sonoro, che ripropone un accompagnamento musicale di primissimo piano come da tradizione, esaltato dai mai abbastanza lodati speaker stereo della console Nintendo.

Castlevania: Dawn of Sorrow
Castlevania: Dawn of Sorrow
Castlevania: Dawn of Sorrow

Commento

Eccellente. E’ questo il giudizio più appropriato per il debutto su DS della serie Castlevania, che con questo Dawn of Sorrow ha confermato la assoluta bontà di una meccanica di gioco che continua a stupire per longevità e freschezza allo stesso tempo. Lontano –per fortuna- da qualsiasi intento rivoluzionario, questo ultimo capitolo rappresenta una evoluzione sotto ogni punto di vista del già ottimo Aria of Sorrow per GBA. Una trama deboluccia e il non esaltante utilizzo del touch screen sono gli unici appunti che si possono muovere ad un prodotto il cui acquisto è quindi a dir poco consigliato.

    Pro:
  • Meccanica di gioco splendida
  • Tecnicamente ottimo
  • Grande longevità
  • La mappa sempre sott’occhio!
    Contro:
  • Trama fiacca
  • Utilizzo del touch screen non esaltante
  • Scene di intermezzo non all’altezza