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I recenti piani a pagamento di Meta per Facebook e Instagram scatenano l'ira degli attivisti

Ecco la risposta di un gruppo di attivisti per la privacy degli utenti ai servizi premium di Facebook e Instagram lanciati da Meta.

NOTIZIA di Luigi Cianciulli   —   30/11/2023
I recenti piani a pagamento di Meta per Facebook e Instagram scatenano l'ira degli attivisti

Meta ha recentemente introdotto su Facebook e Instagram la possibilità di escludere la visualizzazione di annunci pubblicitari attraverso un servizio premium mensile, al costo approssimativo di 10€ al mese.

Questa novità è giunta in risposta diretta alle richieste dell'Unione Europea, che spingevano per garantire ai cittadini l'accesso ai servizi senza dover pagare con i propri dati personali e senza violare la loro privacy.

La compagnia della Silicon Valley ha incontrato difficoltà nel rispettare le normative sulla privacy dell'Unione Europea, se non altro perché il suo modello di business si basa principalmente sull'acquisizione e sulla successiva vendita dei dati degli utenti a fini pubblicitari.

All'inizio del mese, Meta ha offerto agli utenti di Instagram e Facebook la possibilità di pagare per non condividere più i propri dati personali; nonostante questo sforzo per conformarsi alle richieste dell'UE, l'accoglienza di tale gesto non è stata positiva.

Non sono fatti vostri

Meta ha lanciato dei piani di abbonamento: circa 10 euro al mese per rimuovere le feature che utilizzano i dati dell'utente su Facebook e Instagram
Meta ha lanciato dei piani di abbonamento: circa 10 euro al mese per rimuovere le feature che utilizzano i dati dell'utente su Facebook e Instagram

Un collettivo di attivisti austriaci per la tutela della privacy, noto come NOYB (None of Your Business) ha fatto denuncia contro l'azienda di Zuckenberg, rea di obbligare le persone a pagare per tenere segreti i loro dati.

Il gruppo, già protagonista di molteplici successi legali contro Meta, ha formalmente presentato un reclamo dinanzi al sistema giuridico della Repubblica d'Austria affermando che il nuovo sistema proposto violi la normativa in quanto il consenso richiesto non è "liberamente conferito".

In conformità al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), gli utenti devono godere di una "autentica o libera scelta" quando decidono se condividere i propri dati, aspetto che, secondo gli attivisti, manca nel recente modello di pagamento proposto.

Secondo NOYB, l'adozione di un modello di abbonamento a pagamento rappresenterebbe "l'esatto opposto di una scelta veramente libera" .
Si menziona per le persone il rischio di finire per spendere anche 250€ all'anno solo per Facebook e Instagram e che questo sistema si diffonda ad altri servizi.
Se consideriamo che in media ci sono 35 app su uno smartphone, i costi potrebbero arrivare fino a 8.815€ all'anno.

Il costo stabilito da Meta è stato giudicato eccessivo, secondo Max Schrems di NOYB.
Egli critica il modo in cui Meta affronta la questione della scelta tra il tracciamento e la privacy, sottolineando che solo il 3% delle persone, secondo ricerche di mercato, mostra apprezzamento per il tracciamento.

Al contrario, più del 99% delle persone non esercita la propria facoltà di scelta quando si trova di fronte all'alternativa tra un servizio gratuito e uno a pagamento.

Questione di principi

Meta è l'azienda responsabile della gestione delle principali piattaforme social: si troverà con la sfida di generare entrate senza deludere gli utenti
Meta è l'azienda responsabile della gestione delle principali piattaforme social: si troverà con la sfida di generare entrate senza deludere gli utenti

Bisogna ancora verificare se l'argomentazione di NOYB risulterà attaccabile, perché la decisione finale sarà presa dalla Corte irlandese; è in Irlanda che Meta ha la sua sede europea.

Tuttavia, è importante notare che la pratica di Facebook o Instagram di richiedere agli utenti di optare tra il tracciamento e l'adesione a un abbonamento non è affatto un caso isolato.
Numerose altre piattaforme, soprattutto nel settore dell'informazione, hanno adottato la medesima prassi.

Meta guadagna principalmente vendendo i dati degli utenti agli inserzionisti e ha un valore di mercato molto alto, oltre 871 miliardi di dollari (circa 795 miliardi in euro).

Schrems evidenzia anche l'importanza dei diritti fondamentali, paragonando la situazione a un ipotetico caso in cui la gente dovrebbe pagare €250 per poter votare.
Se fosse così, pochi lo farebbero.
Questo, secondo Schrems, ci riporterebbe indietro a un periodo in cui solo le persone ricche avevano accesso ai diritti fondamentali.

NOYB invita l'autorità austriaca di protezione dei dati a intervenire contro Meta e ad applicare una sanzione pecuniaria allo scopo di scoraggiare altre aziende dal replicare simili pratiche.
Schrems conclude affermando che la condotta di Meta, nell'ignorare le leggi dell'Unione Europea, è ingiusta e illegale.

Egli avverte che, se Meta non affronterà conseguenze significative, altre aziende seguiranno il suo esempio.