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Star Ocean: The Divine Force, abbiamo provato il nuovo titolo Tri-Ace

Durante lo Square Plays a Londra abbiamo potuto provare Star Ocean: the Divine Force, un gioco arretrato graficamente, ma che ha molto da offrire in tutto il resto.

PROVATO di Aligi Comandini   —   19/09/2022
Star Ocean: The Divine Force
Star Ocean: The Divine Force
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I Tri-Ace sono un team a dir poco particolare: chiaramente supporter della filosofia del "gameplay first", ormai da molto tempo sono noti per la creazione di titoli validi nei sistemi, ma ben lontani dal comparto tecnico che ci si aspetterebbe da produzioni di alto livello. La mancata evoluzione di questa eclettica squadra di sviluppatori non gli ha però impedito di collaborare varie volte con Square Enix e di portare avanti, in modo invero molto altalenante, una delle sue serie più note di JRPG. Parliamo ovviamente degli Star Ocean, una saga fantascientifica chiaramente ispirata da Star Trek, che negli anni ha saputo tanto distinguersi quanto deludere la sua fanbase.

L'ultimo capitolo della serie, Star Ocean: the Divine Force, è ormai in dirittura d'arrivo e abbiamo potuto provarlo in quel di Londra durante l'evento Square Plays. In attesa che la demo diventi disponibile per tutti, dunque, oggi cercheremo di analizzare quanto visto. E attenzione, perché se da una parte le mancanze tecniche dei Tri-Ace sono ancora una volta cristalline, dall'altra sembrano esserci state molteplici evoluzioni, nonostante gli elementi ancora ignoti non manchino di certo. Scopriamolo nel nostro provato di Star Ocean: the Divine Force.

Un minestrone di fantasy e sci fi

Star Ocean: the Divine Force: il sistema di combattimento del gioco è piuttosto intuitivo e veloce, ma se non ci fosse il DUMA sarebbe forse troppo basilare
Star Ocean: the Divine Force: il sistema di combattimento del gioco è piuttosto intuitivo e veloce, ma se non ci fosse il DUMA sarebbe forse troppo basilare

Abbiamo giocato la demo nei panni di Raymond, un nerboruto mercante spaziale, la cui nave viene costretta ad un atterraggio d'emergenza su un pianeta ignoto a causa di un attacco. Quando parlavamo di influenze da Star Trek non stavamo scherzando, dato che l'assalto sembrerebbe orchestrato dalla Federazione Pangalattica, un'organizzazione inizialmente benefica, tramutatasi in un impero espansionista negli ultimi decenni. Disperso su un pianeta della lista dei "mondi in via di sviluppo" ancora ben lontani dalla tecnologia necessaria al viaggio spaziale, Raymond incontra la principessa Laeticia, che notando le sue capacità "aliene" gli chiede aiuto per respingere l'assalto dell'aggressivo regno confinante.

Come avrete notato, nel complesso la premessa di Star Ocean: the Divine Force è un mix di fantasy e fantascienza piuttosto solido, che porta avanti due conflitti paralleli: da una parte quello in cui Raymond viene coinvolto dalla giovane principessa, e dall'altra quello con la Federazione Pangalattica, che non dubitiamo ricomparirà durante la campagna. Impossibile al momento valutare la qualità complessiva della storia, ne siamo consci, tuttavia fondamenta solide di norma portano ad una narrativa di tutto rispetto, quindi restiamo piuttosto fiduciosi. Speriamo solo che il tutto venga portato avanti con discreto criterio, senza perdersi nelle solite formule tipiche di JRPG più dispersivi, spesso ricchi di filler ed espedienti per allungare il brodo.

Il nostro provato (peraltro piuttosto massiccio in termini di contenuti), ci ha se non altro permesso di provare non solo il prologo del gioco, ma anche una bella fetta delle quest successive. Abbiamo pertanto potuto testare abbastanza a fondo le meccaniche fondamentali del sistema di combattimento e di movimento di questo nuovo Star Ocean, che sembrano ancora una volta essere il fulcro dell'esperienza. Il lavoro di Tri-Ace è peraltro riuscito a sorprenderci da questo punto di vista, perché quello che sembra essere un JRPG action molto limitato dai primi minuti di prova, si trasforma abbastanza repentinamente in qualcosa di più elaborato appena raggiunto un importantissimo drone di nome DUMA.

Volare, ma anche menare

Star Ocean: the Divine Force: questo è il drone DUMA, fondamentale durante le battaglie e l'esplorazione per via delle abilità di movimento che offre
Star Ocean: the Divine Force: questo è il drone DUMA, fondamentale durante le battaglie e l'esplorazione per via delle abilità di movimento che offre

Il DUMA è il fulcro del gameplay di Star Ocean: the Divine Force, anche perché, privati del drone, le meccaniche del gioco sono in realtà estremamente basilari Il sistema di fondo è infatti costruito su tre possibili combo, ognuna assegnata a un tasto d'attacco. Tali combinazioni sono personalizzabili con varie abilità (che richiedono punti azione di una barra e non sono abusabili), dunque è utile inserire tecniche con funzionalità specifiche tra i colpi per assicurarsi di avere sempre opzioni multiple in battaglia; se però si sceglie di mantenere premuti i tasti è possibile eseguire una azione alternativa, a cui di norma è utile assegnare un oggetto. Nel complesso si tratta di una trovata che rende le battaglie un po' più "attive" rispetto alla maggior parte dei JRPG in circolazione, ma funzionalmente le differenze sono davvero marginali rispetto a titoli più classici.

Una volta messe le mani sul drone, però, tutto cambia: il DUMA permette di eseguire avvicinamenti veloci in aria, ed è il fulcro delle meccaniche difensive del gioco. Mantenerlo attivato crea una barriera protettiva e se si cambia direzione durante l'avvicinamento in scatto si eseguono schivate improvvise che possono prendere di sorpresa il nemico e aumentare i danni inflitti. Non bastasse, il DUMA è fondamentale contro nemici di stazza enorme, perché unito al targeting rende possibile eseguire attacchi in aria nei loro punti deboli rialzati (la testa di un golem gigante, per fare un esempio pratico). Considerando che tutte queste possibilità sono legate a una barra dell'energia che si ricarica piuttosto rapidamente, e nel gioco è possibile cambiare in qualunque momento personaggio - fino a quattro utilizzabili contemporaneamente - la varietà non manca di certo. Già dopo qualche minuto, infatti, diventa una seconda natura spostarsi alla velocità del vento per il campo, o per assaltare brutalmente gruppi di avversari, o per attivare barriere e cure sui propri compagni di squadra (sì, vi sono ovviamente anche classi magiche e di supporto tra i personaggi disponibili nel gioco). L'unico appunto? La difficoltà ci è sembrata davvero bassina, e mai una singola volta nella demo abbiamo anche solo lontanamente rischiato di perdere un membro del gruppo. Il livello di sfida a difficoltà maggiori o contro avversari più ostici sarà da valutare più nel dettaglio in futuro.

Star Ocean: the Divine Force: nel gioco non vi sono solo classi offensive, ovviamente. Questa ragazzina è una guaritrice con notevoli abilità di supporto
Star Ocean: the Divine Force: nel gioco non vi sono solo classi offensive, ovviamente. Questa ragazzina è una guaritrice con notevoli abilità di supporto

Il bianco drone parlante protagonista dei combattimenti ha un ruolo centrale anche durante l'esplorazione, peraltro. È infatti possibile usare il DUMA per spiccare il volo mentre si gironzola per le mappe e planare con grazia da un luogo all'altro senza difficoltà. Questa trovata rende tendenzialmente velocissima la navigazione, nonostante le location siano discretamente estese, e speriamo che venga utilizzata anche in location generalmente più complesse (o magari dungeon più lineari) in modo creativo.

Non benissimo invece il comparto tecnico, prevedibilmente... The Divine Force non ha l'aspetto di un titolo moderno, per via di modelli tridimensionali non particolarmente dettagliati, certe texture sgranate che ci hanno fatto salire un brivido lungo la schiena, e un impatto grafico generalmente ben lontano dall'eccellenza. Se non altro, tutto ci è sembrato molto fluido durante la prova; è già qualcosa.

Seppur tecnicamente lasci molto a desiderare, Star Ocean: the Divine Force ci ha stuzzicato parecchio, grazie all'esplorazione rapida delle mappe e alle interessanti meccaniche di combattimento legate al drone DUMA. Sembra peraltro che vi siano parecchi altri sistemi da sbloccare nel gioco completo, che potrebbero rendere questo già piacevole combat system ancor più valido. Se la narrativa e la struttura della campagna dovessero reggere il colpo allo stesso modo, potremmo avere per le mani uno dei migliori lavori di Tri-Ace. Non resta che aspettare per vedere se sarà effettivamente così.

CERTEZZE

  • Combat system interessante e veloce, grazie al drone DUMA e alle sue meccaniche
  • Premessa interessante e con ottimo potenziale narrativo se ben gestita

DUBBI

  • Difficoltà generalmente bassa durante la prova
  • Graficamente a dir poco mediocre