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Un gioco equilibrato

Shin'en ripropone ed aggiorna su eShop una vecchia gloria WiiWare: il Digital Delivery portatile Nintendo sforna una nuova perla?

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   01/06/2012
Art of Balance TOUCH!
Art of Balance TOUCH!
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Diciamoci la verità: dopo un inizio abbastanza promettente, non è che WiiWare, il primo esperimento Nintendo nel campo del software scaricabile, abbia fatto poi queste faville. A differenza della Virtual Console sulla quale (ma è la natura "amarcord" stessa del servizio a rendere possibile tutto ciò) è possibile trovare decine di capolavori che tuttora valgono ampiamente il prezzo del biglietto, la sezione dedicata ai giochi indipendenti e/o casual si è lentamente allontanata dal clamore della ribalta, vuoi per una politica aziendale poco attenta alle esigenze delle software house più piccole, vuoi per un'utenza poco disposta a tenere d'occhio una realtà del genere. Sia come sia, tra i milioni di possessori di Wii sparsi per il mondo, sono oggi pochi a continuare a scaricare regolarmente le nuove uscite. Ma quei pochi sanno che, in realtà, il flusso di titoli meritevoli non si è mai effettivamente interrotto; un paio di anni fa, ben quattro dopo l'uscita della console, in mezzo a questi c'era da segnalare sicuramente Art of Balance di Shin'en, piccolo studio tedesco che in passato si era fatto notare su DS con uno shooter, Nanostray, impressionante dal punto di vista tecnico e molto frenetico e "caciarone" da quello del gameplay.

Lo zen e l'arte dell'equilibrio

Con Art of Balance, Shin'en prendeva una strada radicalmente diversa da quella che l'aveva resa famosa: non più astronavi ed effetti speciali, ma un tranquillo, quasi zen, puzzle game che faceva di fisica ed inventiva le sue armi migliori. Immaginate un recipiente, della foggia che più vi aggrada, pieno d'acqua, dalla quale fuoriesce una piccola piattaforma; e adesso immaginate di avere a disposizione delle piccole forme di legno, semplici, un cubo, un parallelepipedo, una semisfera. Quello che dovete fare è disporre questi oggetti sulla piattaforma, non importa in che ordine, in modo tale che, dopo aver posizionato l'ultimo, per almeno tre secondi nessuno di essi entri in contatto con l'acqua sottostante. Facile, vero? Beh, però ora immaginate che la piattaforma sia davvero molto piccola, e non ci sia spazio su di essa per più di una delle forme di legno: dovrete per forza impilarle l'una sull'altra a mo' di torre,

Un gioco equilibrato

disponendole in modo tale che restino in equilibrio; con i semplici solidi che abbiamo citato la cosa continua a restare di una facilità quasi banale, ma come la mettiamo se poi, pian piano, avremo a che fare con delle sfere e delle croci, e poi con delle forme irregolari, con delle strane strutture sferiche dalle quali però fuoriescono quattro protuberanze disposte ad angoli retti, e poi ancora con dei parallelepipedi che però terminano in due, o meglio ancora uno solo, da un solo lato, pesanti rigonfiamenti? E come vi trovereste se, invece di una normale piattaforma liscia, questa cominciasse ad assumere forme strane, o si spezzettasse in due o più parti? Per non parlare di quando avreste di fronte a voi più di tre forme da impilare, alcune magari non utilizzabili da subito, e a oggetti di materiale e funzione speciale, quali quelli di vetro che non possono sopportare troppo peso sopra di loro, o quelli "a tempo" che, qualche secondo dopo il posizionamento, spariscono. Dite che comincereste ad avere dei problemi? E' vero; ed in effetti Art of Balance era uno dei più perfetti rappresentanti di quella categoria di giochi "facili da imparare, difficili da padroneggiare" tanto cari a mamma Nintendo; un concept quasi banale (alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha provato a fare qualcosa del genere con le prime cose che si trovava a portata di mano) che però grazie ad un'inventiva fuori dal comune e alla singolare capacità di introdurre lentamente elementi nuovi che, senza che il giocatore se ne accorga, portano pian piano la difficoltà a livelli diabolici, diventava un puro piacere ludico e una specie di droga.

L'effetto 3D

A differenza di altre grandi perle targate eShop, in Art of Balance Touch! l'effetto stereoscopico non è per nulla fondamentale: aggiunge sì un ulteriore livello, questa volta visivo, alla sensazione di solidità diverse che i vari blocchi riescono a dare soprattutto grazie al motore fisico, ma si tratta di un livello del tutto inutile ai fini del gameplay. Comunque gradito, visto che non costa nulla in termini di resa grafica ed è sempre una cosa in più: l'unico avvertimento potrebbe essere quello di non sparare al massimo il 3D, che ci è parso tendere ad un leggero sdoppiamento, ma come al solito si tratta di percezioni che variano da utente a utente e possono essere poste sotto controllo con un semplicissimo tocco sull'apposita levetta.

In equilibrio sopra la follia

Tutto molto bello, ma perché vi abbiamo parlato fino ad ora di un gioco di due anni fa? Perché Art of Balance Touch!, più che un sequel vero e proprio, è lo stesso titolo WiiWare aggiornato ai controlli via schermo tattile del 3DS e raddoppiato nel numero di mondi, che da quattro passano a otto per un totale di duecento livelli. La cosa bella è che anche i nuovi stage introducono via via elementi diversi (c'è anche un tipo di blocco verso la fine che cambia radicalmente la prospettiva dalla quale guarderete l'intero prodotto, ma non vi anticipiamo di più) rigorosamente tutti azzeccatissimi ed intriganti, che portano la difficoltà verso parametri assolutamente fuori scala, senza però togliere nulla, anzi aggiungendo, per i più "old school" tra di voi, a giocabilità, immediatezza e classicissima sindrome da "ancora un tentativo e poi smetto": personalmente ci è capitato di ripetere ossessivamente un livello dei più avanzati nel tentativo di completarlo, fino a scaricare le batterie dell'handheld, e questo riteniamo testimoni abbastanza di quanto il gioco riesca a coinvolgere completamente nelle sue meccaniche. Anche chi ha già finito a suo tempo l'originale è dunque giustificato ad acquistare la nuova incarnazione, che potremmo definire "enhanced" anche per via dei controlli touch, addirittura più precisi ed immediati di quelli che sfruttavano il Wiimote. Non solo: oltre alla modalità Arcade, ve n'è qui una nuova Endurance che, nel più classico spirito dei Puzzle Game da Tetris in poi, vi vedrà affrontare i livelli l'uno dopo l'altro senza soluzione di continuità con l'obiettivo del maggior punteggio possibile; il tutto arricchito da un'ormai sempre più comune lista di obiettivi, tredici in tutto. C'è anche qualcosa in meno, purtroppo, rispetto all'edizione WiiWare, ed è il multiplayer, che se già nell'originale era disponibile solo in locale, qua è del tutto assente: non ce la sentiamo però di far pesare troppo questa mancanza, viste le tonnellate di ore di gioco in single che il prodotto vi mette a disposizione.
Della componente tecnica, in senso classico, non c'è molto da dire. Innanzitutto sia gli asset grafici che quelli sonori sono

Un gioco equilibrato

recuperati in gran parte dal prequel: quindi avremo sfondi a tema floreale o astratto, blocchi che riescono a dare una buona idea di solidità, musiche che non si fanno nemmeno notare per quanto sono "ambient" e sottolineano l'atmosfera tranquilla e meditativa del tutto; in generale si può dire che la grafica è perfettamente funzionale al contesto, ma proprio a causa del contesto, non vi aspettate chissà quale virtuosismo. Disponibili due visuali differenti: una più vicina che favorisce la precisione nel piazzamento dei blocchi, e una più lontana che invece vi dà un migliore sguardo d'insieme. Il discorso va invece un attimo approfondito per quanto riguarda il motore fisico, fondamentale per trasmettere correttamente al giocatore la sensazione di star effettivamente impilando oggetti di diversa forma e volume l'uno sopra l'altro, e quindi per la buona riuscita dell'esperimento: ebbene, anche qui siamo in territorio pienamente positivo, e anzi è proprio la gestione della fisica a costituire il più grande punto di forza di Art of Balance Touch!. Non crediamo che all'hardware 3DS siano richiesti calcoli particolarmente complessi per gestire routine tutto sommato di base in un qualsiasi motore fisico videoludico, fatto sta che i risultati sono spettacolari, molto realistici e quasi "concreti": sarà, per esempio, a dispetto di quanto possa sembrare a prima vista, un divertimento nel divertimento riuscire a creare un equilibrio precario ma non abbastanza da inficiare un livello, e veder crollare la torre con realistica naturalezza solo dopo che i tre secondi richiesti siano trascorsi; a chi di voi ha dimestichezza coi giochi 3DS che sfruttano i vari accelerometri e giroscopi, inoltre, verrà quasi naturale muovere la console nel disperato tentativo di tenere in equilibrio una pila destinata inevitabilmente a crollare in acqua. E questo, Shin'en può tranquillamente prenderlo come suggerimento per un, graditissimo, sequel.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.6
Lettori (15)
6.7
Il tuo voto

Non si ferma più. L'eShop Nintendo, da Pullblox in poi, ha ingranato la quinta e sembra voler diventare nientemeno che uno dei motivi principali per acquistare, o tenersi stretti, un 3DS: questa nuova piccola perla, Art of Balance Touch!, pur non essendo poi nuova a tutti gli effetti riesce a regalare anche a chi l'ha già provata su WiiWare motivi sufficienti per considerare il prezzo di 7 Euro assolutamente congruo, ed anzi basso vista la longevità e il coinvolgimento. Ricco di inventiva, fondato su controlli precisissimi e su un motore fisico perfetto, il titolo Shin'en si rivela un vero piacere da giocare anche, e soprattutto, quando la difficoltà comincia a sfiorare livelli pericolosi per la pazienza di un monaco buddhista. In fondo è questa la forza di tutti i piccoli, grandi giochi dell'eShop. Consigliatissimo a tutti.

PRO

  • Concept immediato ed intrigante
  • Controlli molto precisi e fisica, nel contesto, perfetta
  • Tonnellate di livelli ed elementi di gioco sempre nuovi

CONTRO

  • Multiplayer e online totalmente assenti