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PlayStation rischia di avere un enorme buco di uscite di first party nei prossimi anni

Sony sta rivedendo la strategia incentrata sui live service, ma rischia di avere un buco di uscite first party enorme nei prossimi anni.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   10/11/2023
PlayStation rischia di avere un enorme buco di uscite di first party nei prossimi anni

Gli ultimi fatti accaduti in casa PlayStation sono preoccupanti per più di un motivo. Il principale è che l'idea che si stia in parte rivedendo la strategia basata sui live service voluta da Jim Ryan rischia di creare un buco di uscite first party nei prossimi anni che potrebbe diventare una voragine. Parliamo naturalmente di giochi tradizionali.

Molti sono stati contenti di sapere che c'è stato un rinvio delle uscite di parte dei dodici live service previsti entro il 2025 e noi stessi abbiamo ragionato su come una svolta tanto brusca verso questo modello fosse difficile da far digerire a un pubblico allevato per anni con giochi cinematografici single player. Personalmente ho percepito la produzione dei PlayStation Studios fin troppo snaturata da questo voler inseguire Fortnite e Grand Theft Auto Online a tutti i costi, costringendo alcuni team a fare cose completamente diverse da quelle che erano abituati a fare.

Tempi dilatati

Il problema è che nel 2023 cambiare rotta per un editore significa creare dei grossi problemi in termini di budget, di pianificazione delle uscite e di avallo dei nuovi progetti stessi. Partiamo da un presupposto oggettivo: Sony non può permettersi di buttare al vento centinaia di milioni di dollari (PlayStation va bene, Sony Group non proprio), quindi è probabile che la maggior parte dei titoli pianificati in qualche modo esca. Altrimenti sarà un bagno di sangue. Basta guardare cosa sta accadendo dentro Creative Assembly dopo la cancellazione di Hyenas per rendersene contro. Semplicemente, produrre un live service tripla A costa tantissimo. Buttarne via sei o sette in avanzato stato di sviluppo sarebbe semplicemente drammatico. Le uscite potranno quindi essere diluite, qualcosa potrà essere cancellato (dovendo scommettere uno dei progetti che mi sembra più a rischio è quello della Raymond, ma non ci metterei la mano sul fuoco), ma buttare via tutto proprio no.

Un altro grosso problema è che non è possibile che arrivino dei giochi alternativi sul breve periodo. Mettiamo pure che metà dei PlayStation Studios attualmente al lavoro su dei live service vengano riconvertiti a fare giochi single player tripla A, gli effetti del cambio di rotta si inizierebbero effettivamente a vedere tra 4-5 anni, considerando la durata media dei cicli produttivi attuali di videogiochi ad alto budget. Il rischio è che il cambiamento, se cambiamento sarà, potrebbe arrivare a fine generazione o proprio con la generazione successiva, quella di PS6. Tempistiche del genere non sono irrealistiche, purtroppo. Basti guardare al tempo che c'è voluto perché la cura Spencer iniziasse a produrre effetti sulle uscite di Xbox per rendersene conto. Quindi la generazione PS5 dovrà in un certo modo campare con la pianificazione fatta sotto la gestione Ryan, ossia quella della spinta verso il modello live service. Alcuni giochi tradizionali ci saranno, ma probabilmente saranno meno di quelli visti nella generazione PS4.

C'è infine da considerare che non è ipotizzabile che PlayStation rinunci del tutto ai live service, perché il modello è troppo ghiotto per abbandonarlo e perché i costi di sviluppo sono cresciuti così tanto che avere uno o due giochi live service che funzionino è più una necessità che un auspicio, se si vogliono evitare grossi contraccolpi in termini economici.

Insomma, sembra paradossale dirlo, visto che Sony è leader del mercato console, ma attualmente PlayStation deve risolvere una quantità enorme di problemi se vuole uscire indenne da questa generazione, problemi dovuti alla gestione non proprio brillante degli ultimi anni. Se non è crollato tutto è più per la forza del marchio, che risuona ancora in modo incredibile con i giocatori, che per virtù dei dirigenti della compagnia.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.