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Google ha deciso di proibire le pubblicità di siti che generano deepfake porno

Google ha deciso di colpire nel portafoglio chi promuove deepfake porno, impedendo le pubblicità dei loro siti internet.

Google ha deciso di proibire le pubblicità di siti che generano deepfake porno
NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   04/05/2024

Google ha aggiornato il suo regolamento sui contenuti inappropriati, per proibire la promozione di siti e servizi che generano deepfake pornografici. In questo modo è andata a rinforzare il già ristrettisimo regolamento in materia di contenuti a sfondo sessuale.

Ora si può quindi leggere che promuovere "contenuti sintetici che sono stati alterati o generati per essere sessualmente espliciti o contenere nudità" è una violazione delle regole.

Una situazione al limite

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Quindi, gli inserzionisti che promuoveranno siti o app che generano deepfake pornografici, che danno istruzioni su come crearli o che, più semplicemente, avallano questi servizi, saranno sospesi senza ricevere alcun preavviso. Leggasi: niente più annunci su Google.

Le nuove linee guida diventeranno operative a partire dal 30 maggio, così che gli inserzionisti abbiano la possibilità di revisionare le loro inserzioni, rimuovendo quelle in aperta violazione delle regole.

Quello dei deepfake sta diventando uno dei più grandi problemi correlati alla diffusione di intelligenze artificiali generative. Stando a 404 Media, negli ultimi mesi la diffusione di queste tecnologie ha portato a un aumento enorme di pubblicità che le promuovono.

Alcuni strumenti per creare deepfake pornografici sono spacciati come servizi legittimi, per superare le maglie dell'App Store e di Google Play, lì dove poi mostrano la loro funzione reale sui social media. Il divieto di Google è sicuramente il benvenuto, ma difficilmente riuscirà ad arginare la diffusione di queste tecnologie, che si fanno sempre più elusive e insidiose.

Un deepfake è una forma di manipolazione digitale che utilizza l'intelligenza artificiale, in particolare tecniche di machine learning, per creare video, immagini o audio falsi che sembrano autentici. Il termine "deepfake" deriva dalla combinazione delle parole "deep learning" e "fake" (falso).